giovedì 10 maggio 2012

E ora portiamo Andrea alla vittoria

Un commento sul primo turno. Evito di riportare tutti i dati, che comunque trovate qui. Cosa dire? Ormai sanno tutti com'è andato il primo turno, quindi mi limito a poche parole di commento: abbiamo fatto un grandissimo risultato. Per il 3,2% di Piacenza Viva, ottenuto da un gruppo nuovo, di neofiti della politica, autofinanziato. E per le mie 108 preferenze personali, tantissime.
Con pochi mezzi e tanta passione abbiamo fermato al primo turno la "gioiosa macchina da guerra" del tandem Reggi-Dosi. "Sindaco subito"? I piacentini hanno votato: "no, grazie".
Io ringrazio dal profondo del cuore i 108 piacentini che hanno scritto 'Massa'. Grande Piacenza Viva, grande Fli che ha messo due giovani ai primi due posti della lista.
Se Dosi perde, entrerò in Consiglio Comunale e Piacenza Viva avrà il gruppo consiliare formato da me e da Marco, che mi ha preceduto in un emozionatissimo testa a testa di 6 voti.
Per 48 voti infatti Piacenza Viva non entra subito in Consiglio Comunale (ci ha "fregato" il consigliere il Movimento 5 Stelle), ma la partita continua: ora portiamo Andrea alla vittoria.


Impossible is nothing. 
Noi l'abbiamo già dimostrato. 

sabato 5 maggio 2012

Date la preferenza ad un under 30

Massa (Piacenza Viva): «Date la preferenza ad un under 30»

"Date la preferenza ad un under 30" è il mio appello indirizzato a tutti gli elettori, perché in tutte le liste sono presenti giovani validi che ho avuto modo di conoscere durante questa campagna elettorale. La legge elettorale alle comunali è buona e consente il ricambio: non sarebbe logico lamentarsi degli attuali politici italiani e perdere un'occasione come questa per incidere veramente. Sento molta gente dire in giro, anche a me: "siete tutti uguali!". Ma io mi chiedo "uguale a chi?". Non è infatti vero che tutti i candidati sono uguali: basta conoscere le loro storie e ascoltare le loro idee per capire che ci sono grosse differenze.

Inoltre questo discorso non può valere per chi, come me, appartiene ad una generazione che sa di avere di fronte un futuro molto incerto. Una generazione di lavoratori precari, non garantiti, sottopagati. Una generazione non rappresentata, che dovrà lottare per far valere i propri diritti. Giuseppe Mazzini, fondatore della Giovine Italia, diceva: "I vecchi hanno creato i problemi del mondo; quelli che debbono risolverli sono i giovani". Anch'io sono convinto, come lui, che noi giovani non possiamo sperare che chi ha creato i nostri problemi sia anche in grado di risolverli. Ma indignarsi non basta: per cambiare le cose bisogna scendere in campo in prima persona. Dobbiamo dire basta a politici vecchi che si servono dei "giovani" solo a parole per propaganda.

Durante questa campagna elettorale ho conosciuto tanti candidati under 30 in gamba spero che vengano tutti eletti, perché, a prescindere dalle liste di appartenenza ciò che conta è la visione del futuro. Un futuro che dobbiamo costruirci da soli. Non saranno pessimismo e nichilismo a salvarci, ma ottimismo e tanta voglia di fare.

Mi appello quindi a tutti i piacentini affinché usino la propria preferenza per dare un voto ad un giovane. Invito genitori e nonni a votare per i propri figli e nipoti. Invito i giovani a convincere le loro famiglie a dare il voto ad un giovane. Il ricambio in politica comincia da qui, dalla nostra città. 

Potrebbe interessarti:http://www.ilpiacenza.it/politica/elezioni-comunali-2012-piacenza/alessandro-massa-fli-appello-voto.html
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venerdì 4 maggio 2012

Questo blog viva

Ebbene sì. Siamo arrivati al 4 maggio, l'ultimo giorno di campagna elettorale. 
Durante gli ultimi 30 giorni ho dato spazio a 30 idee. Man mano che i giorni scorrevano, ascoltando le proposte dei miei amici e conoscenti, mi sono reso conto che non ce l'avrei mai fatta a riassumere tutte le idee che mi sono state proposte. Il mio è quindi un elenco incompleto di piccole cose da cambiare, ma dal quale spero che sia uscita la mia personale più grande idea di città. 
Vorrei infatti vedere una Piacenza che si prende meglio cura di sé stessa, di quello che ha e che nasconde. 
C'è una tipologia di piacentini che non sopporto: quelli che ti dicono "no, a Piacenza questo non si può fare". 
Dissento. A Piacenza si può fare moltissimo, perché abbiamo mille ricchezze. Il problema è che non le sfruttiamo. Sta quindi a noi valorizzarle. 
Per fare questo però abbiamo bisogno di un nuovo Sindaco, giovane e preparato, che sia libero e forte. Non deve avere paura di dare dei "sì", anche quando questi sono scomodi per qualcuno; non deve essere tenuto prigioniero da un ristretto gruppo di persone, ma deve avere il coraggio di scontentare qualche singolo per privilegiare l'interesse generale dei piacentini.
Sono convinto che questo nostro nuovo Sindaco possa essere solo Andrea Paparo, perché ha l'esperienza e la capacità di ascoltare e decidere con buonsenso per il bene della nostra città. 
E poi, cosa più importante, parla come me, come noi. 

Ora l'ultima idea: idea n. 30. Finire qua questo blog? Io non voglio. Voglio invece che esso continui a vivere.
Se verrò eletto questo blog rimarrà attivo: ho infatti intenzione di usarlo come filo diretto con i miei elettori e non, al fine sia di documentare le sedute del Consiglio Comunale in maniera più dinamica e trasparente di come viene fatto solitamente, sia di raccogliere le osservazioni e le richieste dei cittadini.
Per farlo ho però bisogno del vostro aiuto: domenica e lunedì fate una croce sul simbolo di PIACENZA VIVA e scrivete MASSA. Solo così le nostre idee diventeranno azioni. 

mercoledì 2 maggio 2012

Un monumento per Amedeo Guillet

Idea n. 29. Due anni fa proposi pubblicamente che la città dedicasse un monumento ad Amedeo Guillet, nostro illustre concittadino, scomparso centenario quasi due anni fa.
Per chi non conosce o non ricorda la sua figura, ripropongo il mio articolo del 2010, ripreso poi dai media locali:
Avevo scoperto la sua esistenza una notte di mezza estate di qualche anno fa con un documentario de La storia siamo noi, su RaiTre. Era nato nella mia città, Piacenza, il 7 febbraio 1909. Era figlio sia del nord che del sud, di genti piemontesi e capuane. La sua gioventù l’aveva donata all’Italia, iscrivendosi all’Accademia Militare di Modena, da cui uscì con i gradi di sottotenente di Cavalleria nel 1931. Veniva chiamato Cummandar as Shaitan, Comandante Diavolo, e Ahmed Abdallah al Redai, ma il suo vero nome era Amedeo Guillet.

Scriveva di lui il grande Indro Montanelli: “se, invece dell’Italia, Guillet avesse avuto alle spalle l’impero inglese, sarebbe diventato un secondo Lawrence. È invece soltanto un Generale, sia pure decorato di medaglia d’oro, che ora vive in Irlanda, perché lì può continuare ad allevare cavalli e (a quasi novant’anni) montarli. Quando cade e si rompe qualche altro osso (non ne ha più uno sano), mi telefona…”.

Lo storico Sergio Romano lo descriveva come “uno dei più audaci e spericolati ufficiali di cavalleria dell’esercito italiano in Africa Orientale. Dopo la disfatta del 1941, Guillet non volle abbandonare il Paese e divenne capo di una banda di cavalieri eritrei, etiopici e arabi, la Gazelle Force, che continuò a combattere dietro le retrovie dell’ esercito britannico. Vestiva panni arabi ed era accompagnato da una giovane donna, figlia di un capo, bella, orgogliosa, audace come un guerriero. Cominciò così una caccia alla volpe in cui la volpe sbucava improvvisamente dalla boscaglia per colpire il cacciatore e scompariva all’ orizzonte in una nuvola di polvere e sabbia. Qualche mese dopo, inseguito dagli inglesi, dovette nascondersi a Massaua. Era piccolo, asciutto, aveva i baffi, la barba corta, i capelli neri, sopracciglia folte, la carnagione piuttosto scura e parlava arabo. Non si chiamava più Guillet, ma Ahmed Abdallah al Redai. Per sopravvivere e sottrarsi alle ricerche degli inglesi fece l’ acquaiolo sino al giorno in cui, aiutato dai suoi amici indigeni, poté attraversare il Mar Rosso e trovare rifugio nello Yemen dove strinse amicizia con la famiglia regnante. Quando vi tornò, molti anni dopo, come ministro d’ Italia, l’ Imam a cui presentò le sue credenziali, lo guardò con un sorriso e gli disse: «Sei tornato a casa finalmente».” Negli anni sessanta Amedeo Guillet partecipò a Londra ad un banchetto “durante il quale il generale Savory, comandante della IV Divisione indiana, raccontò le imprese dell’ ufficiale italiano e parlò di una guerra cavalleresca «caratterizzata dallo spirito nobile dei soldati nell’adempimento del loro dovere da entrambe le parti».”
Le sue peripezie sono state raccontate in giro per il mondo. Uno dei suoi nemici, Vittorio Dan Segre, ex giovane ufficiale della Legione ebraica che prestava servizio nell’Intelligence britannico in Egitto, dopo aver rincontrato negli anni novanta Guillet a Roma ha scritto il libro La guerra privata del tenente Guillet (Corbaccio, 1993). E abbastanza recentemente un altro inglese, Sebastian O’ Kelly, ha pubblicato Amedeo. Vita, avventure e amori di Amedeo Guillet. Un eroe italiano in Africa Orientale (Rizzoli, 2002).
Guillet fu anche un precursore dell’integrazione: fondando il gruppo Bande Amhara, creò una forza multirazziale in cui etiopi, yemeniti ed eritrei furono lasciati liberi di esprimere la propria cultura all’interno del gruppo senza alcun tipo di imposizione. Il Cavaliere era infatti affascinato e spinto da rispetto verso la cultura africana, mentre gran parte dei suoi contemporanei, tanto italiani quanto inglesi o francesi, disprezzavano le popolazioni indigene.
Amedeo Guillet (Piacenza, 7 febbraio 1909 - Roma, 16 giugno 2010)

È morto a Roma il 16 giugno 2010. Il Corriere della Sera, con un bel articolo a firma di Aldo Cazzullo, ha fatto giustamente notare come Amedeo Guillet abbia dimostrato “che era possibile combattere bene la II guerra mondiale senza per questo diventare un fantoccio dei nazisti. Fino all’ultima pallottola fu al fianco dei suoi eritrei e contro gli inglesi. Poi, dopo l’armistizio, non esitò a seguire il suo re, il governo legittimo, l’ Italia libera, contro l’ invasore.”

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha ricordato come “uomo, diplomatico e politico di valore, generoso servitore del paese in guerra e in pace”. Smessa la spada Amedeo Guillet fu infatti ambasciatore nei paesi arabi, dalla Giordania al Marocco, e anche in India.
I numeri possono dare solo qualche indizio della sua vita: tre guerre alle spalle, ferito cinque volte, ventisette decorazioni e un tatuaggio incisogli da un capotribù all’altezza del cuore. Con lui se ne va l’ultimo Cavaliere eroe di guerra italiano. Un uomo che partendo da Piacenza con le sue avventure ha scritto pagine affascinanti della storia d’Italia. Un uomo che la stessa storia italiana – quella scritta – ha per troppo tempo lasciato in disparte, e a cui dovrebbe essere tributato il giusto onore almeno oggi che ha lasciato questo mondo. La sua città natale dovrebbe quindi essere in prima fila nel ricordarlo. Per queste ragioni spero che Piacenza dedichi ad Amedeo Guillet un monumento, affinché i piacentini degli anni a venire possano guardando la sua statua viaggiare con la mente all’alto Egitto, allo Yemen, al deserto, all’oceano indiano ed essere orgogliosi di un grande italiano.
Voglio oggi recuperare questa idea per rendere omaggio ad un grande uomo. 
Per quanto riguarda il suo monumento, sogno una statua equestre di un Amedeo fuggente col vento alle spalle. Il luogo a Piacenza? Quale migliore per un cavaliere se non la Cavallerizza?

martedì 1 maggio 2012

Consulenza legale gratuita ai giovani lavoratori

Idea n. 28. Si sa, il mercato del lavoro in Italia vive un dualismo che è ormai lecito chiamare "apartheid": di fronte ad una fetta di garantiti e tutelati che va via via assottigliandosi col tempo abbiamo una fascia sempre più grande di esclusi e non garantiti, di precari.
L'espressione più emblematica di questo regime la rinveniamo nel mercato del lavoro dipendente: da una parte abbiamo i contratti precari, gli stagisti, i praticanti avvocati, i nuovi professionisti che si sono inventati professioni senza riconoscimento, mentre dall'altra resiste un'"elite" di garantiti che benificiano ancora di un welfare e di regole fatte quando il paese poteva ancora permettersi il lusso di mandare in pensione le persone a 50 anni, di mantenere in vita ordini professionali dotati di regole quasi medievali e di favorire sistematicamente le grandi imprese a scapito delle piccole. Questa elite viene da tempi in cui l'italia cresceva a doppia velocità, ma è evidente che questa società oggi non c'è più. 
Oggi garantiti e non garantiti sono padri e figli, con il figlio che fa lo stagista gratuito e può sopravvivere in una grande città solo con i soldi che gli passa il padre.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che spesso il datore di lavoro non osserva neanche quel minimo di regolazione vigente: c'è chi utilizza stage per lavori che non prevedono questa formula, c'è chi fa firmare co.co.co. ogni nuovo giorno di lavoro, c'è il mondo senza diritti delle piccole partite IVA e poi c'è addirittura chi fa lavorare i giovani gratis, convincendoli che "è tutta esperienza" e tanto basta. 
Tutto ciò non è accettabile. Per questo proporrò che il Comune si impegni in questa materia, anche se di competenza di Province e Regioni, per chiedere un coordinamento tra i vari enti. L'obiettivo è quello di dare al ragazzo in cerca di lavoro il massimo dell'attenzione possibile, in modo da non lasciarlo solo in un mondo di squali. 
Per questo penso sia un'idea utile ed intelligente che le Istituzioni forniscano consulenza legale gratuita ai giovani in cerca di lavoro o alle prese con le prime esperienze lavorative, al fine di contrastare l'ampio arbitraggio contrattuale di cui dispongono i datori di lavoro. Bisogna iniziare a dare dei "no", ma per farlo bisogna conoscere bene i propri diritti. Bisogna fare rete e lasciare chi fa lo "stronzo" senza dipendenti.  

lunedì 30 aprile 2012

Giunta pulita

Idea n. 27. Era oggi in città Fabio Granata, col quale abbiamo presentato l'ultima iniziativa di Fli: Liste Pulite
Dopo aver riassunto il contenuto delle due petizioni, il "falco" finiano ha invitato il futuro sindaco di Piacenza a formare una Giunta "pulita" prendendo ad esempio le nostre proposte.

Liste pulite: Fuori i corrotti dalla politica e dalla Pubblica Amministrazione.
Non dovranno quindi essere nominati ad incarichi pubblici quanti siano stati condannati, anche in via non definitiva, per i seguenti reati: associazione per delinquere, anche di stampo mafioso (artt. 416, 416 bis, 416 ter c.p. ), peculato (artt.314, 316, 316 ter c.p. ), malversazione ( artt. 315, 316 bis c.p. ), concussione ( art. 317 c.p. ), corruzione (artt. 318, 319 ter, 320, 322, 322 bis c.p.), turbativa degli appalti (art.353, 353 bis c.p.), frode nelle pubbliche forniture ( art. 356 c.p. ) rapina (art 628 c.p.) estorsione (art. 629 c.p.) usura (art. 644 c.p.) e traffico illecito di rifiuti.
Da parte nostra, ci sentiamo di promettere che gli eletti di Fli saranno le sentinelle della legalità in Consiglio Comunale. Non faremo sconti a nessuno.
Idea suggerita da Fabio.

domenica 29 aprile 2012

Torniamo a prenderci cura del bello

Idea n. 26. Ripropongo qui un post di Enrico, pubblicato sul gruppo Piacenza Viva:
Buonasera! Vorrei sottoporre a tutti voi questo problema. Oggi, in data 28 Aprile 2012, mi sono trovato a passare un'oretta ai bellissimi giardini Margherita.
Purtroppo quelli che dovrebbero essere dei giardini pubblici destinati alle famiglie e ai bambini sono diventati il vero e proprio centro dell'incuria e del degrado a Piacenza.
Voglio spiegarmi meglio: cercando invano una panchina per sedermi, dato che erano quasi tutte occupate da gente ubriaca e molesta, da senzatetto (abbandonati a se stessi) e da interi gruppi di persone con casse di birra e vino, ho deciso di salire su per quella piccola collina così caratteristica di quei giardini.
Beh, forse sarebbe stato meglio se non l'avessi fatto. Vetri rotti, personaggi poco raccomandabili che urinavano comodamente sulla strada, decine di bottiglie di birra vuote, mozziconi di sigarette e spazzatura erano tutto ciò che ho trovato. 
Cappelletta con busto di Giuseppe Mazzini - Com'era.
Se siete stati così pazienti nel leggere tutto questo post innanzitutto vi ringrazio. Vi chiedo anche di riflettere però su questa foto perché questa è la città in cui viviamo. Io penso che Piacenza e i piacentini meritino di più.
Cappelletta con busto di Giuseppe Mazzini - Com'è. Foto Enrico Zazzera

I problemi del quartiere Roma li conosciamo tutti. Si parla tanto in questa città del degrado dell'area e di come recuperarla alla città. Si contrappongono due concezioni estremiste: l'una di tipo poliziesco fatta di molti slogan, e l'altra di tipo assistenziale fatta di molto buonismo. 
Io credo che sia necessario percorrere una terza via: in via Roma il Comune deve tornare a far sentire la sua presenza, da una parte mediando con le comunità degli stranieri, ma dall'altra non concedendo sconti a chi sgarra, sia straniero o italiano. 
Detto questo, non possiamo permetterci di abbandonare un'area così centrale e così piena di Storia come quella di via Roma, via Alberoni, i Giardini Merluzzo e i Giardini Margherita.
Dobbiamo agire per riqualificare l'area. Si può fare in tanti modi: mettendo più telecamere, facendo presidiare l'area da più Polizia, agendo con mediatori culturali, portando i giovani a vivere l'area dando vita ad un vero e proprio "Quartiere Universitario" (mentre il Politecnico è a due passi, dovranno essere rafforzati i collegamenti con il campus della Cattolica), ma soprattutto non lasciando l'area al degrado,  curando ogni bene pubblico e punendo chi lo danneggia.
Torniamo a prenderci cura del bello. 
Idea suggerita da Enrico.

sabato 28 aprile 2012

Musei della Storia e del "Dialetto"

Idee nn. 24 e 25. Quando visitiamo una nuova città ed entriamo nel museo civico, la prima cosa che una mostra ci racconta è la sua storia. Ora io non reputo concepibile che a Piacenza non esista un'esposizione permanente che racconti tutta la storia della città, dall'anno della sua fondazione ai tempi moderni. Questa è   veramente una grossa mancanza per Piacenza. 
Pensiamo allora a rivoluzionare completamente i poli museali piacentini, ed in particolare le mostre permanenti di Palazzo Farnese: un museo serve per trasmettere la nostra cultura, la nostra storia. Ma questa va raccontata a tutti, non a spezzoni come avviene adesso. 
Serve un vero e proprio "Museo della Storia di Piacenza" (con la S maiuscola!). 
Pensiamo inoltre a riprenderci da Parma e Cremona quello che ci appartiene perché "made in Piacenza": ciò che ci appartiene e ci racconta deve tornare a casa. 
Una comunità è tale per la propria storia e per le proprie tradizioni. 
Aggiungiamo quindi alla nostra offerta un vero e proprio "Museo degli Usi e Costumi della Gente di Piacenza", un'istituzione che si affianchi alle associazioni private che tengono in vita la lingua dialettale e la nostra cultura popolare. Si facciano nelle scuole corsi integrativi e concorsi, finalizzati a contribuire allo sviluppo della comunità locale e del proprio territorio nonché a recuperare l'imprescindibile rapporto fra memoria e identità storico-culturale.

giovedì 26 aprile 2012

Due proposte su società partecipate, soldi e potere

Idee nn. 22 e 23. Oggi espongo due proposte di cui si è parlato in Piacenza Viva, entrambe mirate ad abbattere i costi della politica ed a contrastare clientelismo e conflitti di interesse. Parliamo allora delle aziende   attraverso le quali gli enti gestiscono i servizi pubblici, in particolare delle società partecipate dal Comune:
a) in primo luogo dovrebbe essere data al Comune la possibilità di ritenere parte dello stipendio che i consiglieri di amministrazione designati dai partiti percepiscono per la loro presenza nei Cda. Questo perché il più delle volte l'impegno dei consiglieri è esiguo (per non dire di facciata) e tale da non giustificare veri e propri stipendi. In questo modo il Comune potrebbe risparmiare molti fondi pubblici.
b) in secondo luogo occorre stabilire che non siano i segretari di partito a designare gli amministratori, ma questi vengano eletti attraverso un procedimento aperto in Consiglio Comunale, in modo da vagliare la loro competenza e stimolare l'elezione delle persone più preparate. 
In questo modo i partiti avranno meno potere di spartirsi poltrone. 
Idee suggerite da Ing. Milani, Piacenza Viva.

mercoledì 25 aprile 2012

L'ecomostro di San Bonico

Idea n. 21. Oggi voglio dare spazio ad una importante segnalazione del mio amico Riccardo, il quale vive a San Bonico. Il paese ha un grave problema provocatogli da un vero e proprio ecomostro che da ormai 20 anni deturpa l'ingresso nella frazione rendendo tra l'altro pericolosa l'entrata e l'uscita della esistente rotonda posta sulla strada provinciale Val Nure, già di per sé non agevole. 

L'ecomostro di San Bonico che ingombra l'entrata nel paese. Foto Riccardo Stefanoni
Questa fatiscente struttura è stata prima costruita abusivamente e poi abbandonata. Oggi funge praticamente da discarica di materiale edile. 
Forse non tutti i piacentini sanno che San Bonico fa parte di Piacenza, ma di certo devono saperlo i nostri amministratori. Anche se la Giunta precedente non ha fatto nulla per eliminare l'ecomostro (sorge sul terreno di un privato), sono convinto che il Comune debba impegnarsi per giungere ad un suo abbattimento, in quanto la presenza della struttura contrasta con gli interessi legittimi dei Sanbonichini e dei Piacentini in generale.
Idea suggerita da Riccardo. 

lunedì 23 aprile 2012

Sport e mezzi pubblici: più attenzione per i disabili

Idea n. 20. Oggi voglio dare spazio alle proposte del mio amico Pierangelo Vignati, sempre molto attento ai problemi dei disabili e dello sport: 
Se da una parte nella nostra città sono presenti fastidiose barriere architettoniche, dall'altra essa è dotata di mezzi pubblici non adeguati per sopperire alle disabilità (esempio lampante ne sono i nostri bus, privi di pedane mobili).  
Un Ente Locale Responsabile (mettiamo apposta le maiuscole...) deve fornire mezzi pubblici accessibili a tutti, in modo che tutti possano godere dei medesimi servizi. Sappiamo bene che oggi, data la crisi economica, i primi tagli vengono spesso fatti sul sociale. Questo non può però divenire un alibi per gli enti pubblici per non adempiere ai loro doveri costituzionali.  
A Piacenza da questo punto di vista c'è ancora tanto da fare:  
- occorre innanzitutto eliminare le barriere all'accesso sui mezzi pubblici, adeguando le fermate con servizi di segnalazione vocale e dotando di pedane mobili gli autobus;  
- in molti casi il disabile a Piacenza non può praticare sport perché gli è impossibile accedere alle strutture: ad esempio al PalaBanca le persone in carrozzina devono stazionare a bordo campo invece di avere una pedana rialzata dove poter accedere liberamente e seguire gli incontri; non parliamo poi dello Stadio Garilli e del Palazzetto di Largo Anguissola (strutture antiquate); anche in una struttura recente come il moderno impianto della pista di atletica Dordoni vi è una sbarra del cancello che non permette il libero accesso all'impianto.  
Integrazione e accessibilità sono diritti fondamentali per le persone con disabilità.
Idea suggerita da Pierangelo. 

I cahiers de doléances di quartiere

Idea n. 19. Non tutti gli elettori sanno che la Finanziaria 2010 ha abolito le circoscrizioni nelle città con popolazione inferiore ai 250.000 abitanti. Le motivazioni attengono al taglio dei costi della politica, tema sempre all'ordine del giorno nel nostro Paese. Una piccola riflessione: è giusto diminuire tali costi, ma è proprio strano che quando si taglia si inizia sempre dal basso e mai dall'alto... 
In ogni caso a Piacenza non sarà quindi più possibile votare per eleggere i consiglieri di circoscrizione. Ma anche senza circoscrizioni elette, sono convinto che nei quartieri debbano rimanere forti presidi del Comune e della Polizia Municipale. La partecipazione si attua gestendo al meglio il passaggio di informazioni dai cittadini e Comune e viceversa. Per questo credo che sarebbe una bella idea istituire dei punti di quartiere, nei quali siano tenuti dei registri dove annotare critiche e lamentele della popolazione.
Un filo diretto tra Comune e cittadini: dei veri e propri cahiers de doléance (quaderni delle lamentele), pubblici, che obblighino la Giunta a non fuggire dalle critiche e dai problemi "del basso".

In Francia l'uso dei cahiers risale al XIV secolo.

sabato 21 aprile 2012

Multe vere per chi sporca

Idea n. 18. Quando cammino una cosa che proprio non sopporto è dover fare lo slalom tra cacche di cane e rifiuti vari, perché per paura di finirci in mezzo sono costretto a guardare sempre per terra, rischiando tra l'altro di finire contro qualcuno o qualcosa.
Premesso che chi sporca la città non è il cane, bensì il suo padrone, vorrei vedere nella mia città più multe a chi non osserva regole di diligenza come questa.
Sono convinto che soprattutto nelle piccole cose si manifesta l'interesse di ogni cittadino per la cura della propria città e dell'ambiente. Comportarsi in maniera corretta è contagioso. L'educazione civica inizia infatti dai piccoli comportamenti, come non buttare le cicche, le carte o le sigarette per terra. Cose che facciamo tutti, a volte senza pensarci. Ma che potremmo iniziare a cambiare insieme.

Il sottopasso di Piazzale Marconi

Idea n. 17. Qualche giorno fa tra i temi all'attenzione della campagna elettorale vi è stato Piazzale Marconi. I problemi del piazzale antistante alla Stazione nascono dal fatto che le due rotonde centrali sono molto ravvicinate e gli adiacenti doppi passaggi pedonali superficiali rallentano il traffico viario in maniera molto marcata. 
Sono quindi in molti a chiedere una modifica della viabilità. Autobus e automobilisti si trovano in difficoltà a dover affrontare doppie rotonde e doppi attraversamenti pedonali a raso in un'aera soggetta ad un gran passaggio di persone da e verso la Stazione. 
Sottopasso di Piazzale Marconi: il suo inutilizzo provoca un marcato rallentamento del traffico.
Ciò che infastidisce molte persone è inoltre il fatto che il nuovo sottopasso venga completamente inutilizzato. Per razionalizzare l'area sarebbe dunque utile porre alcune limitazioni all'attraversamento pedonale superficiale, costringendo le persone che devono raggiungere le fermate degli autobus di là dalla strada ad utilizzare il sottopasso, il quale è ben illuminato, con telecamere e dotato di scale mobili. Per fare questo basterebbero una catena o qualche inferriata. 
Anche i pedoni ne guadagnerebbero in sicurezza. 

Sottopasso di Piazzale Marconi: purtroppo oggi un paio di scale mobili non funzionano. 
Idea suggerita da Tonino.

bella catena che costringa i pedoni a fare il sottopasso, che è ben illuminato, con telecamere e dotato di scale mobili.

giovedì 19 aprile 2012

Recuperiamo le nostre piazze

Idea n. 16. Le piazze sono un po' il mio "pallino". Uno dei miei primi interventi pubblici, circa due anni fa, aveva come oggetto Piazza Sant'Antonino ed il suo progetto di riqualificazione. Allora ero stato preveggente dicendo che per la piazza mancava completamente un'idea guida. Difatti l'amministrazione Reggi si è poi limitata a rifare la pavimentazione (inaugurandola anche in pompa magna!). Altra piazza che langue priva di uno scopo funzionale è quella della Cavallerizza. Fli la questione l'ha aperta già in tempi non sospetti, denunciando la desertificazione della piazza-giardino. Tra l'altro il progetto Eataly sembra aver subito qualche rallentamento di troppo. Poi Piazza Cittadella: rinvio all'idea n. 01 per la proposta di trasformarla in un parco stile Pilotta di Parma. Non possiamo infine dimenticare lo scempio di Piazza Cavalli firmato dalla Giunta Reggi: pietre storiche sostituite con pietre nuove e piazza completamente rovinata dall'effetto "scacchiera".
La piazza è da sempre luogo simbolo e vitale di ogni Comune: recuperiamo il suo valore sociale.
Ma perchè tutta questa attenzione alle piazze? Sono convinto che la piazza sia da sempre, nella storia degli italiani, il luogo simbolo e vitale della comunità e del suo Comune. La piazza è fin dall'antichità il naturale centro di aggregazione dei cittadini, utile alla socializzazione come al commercio. 
Guardando le città moderne, e i quartieri costruiti dagli anni '60 in poi, noto come le piazze sono state dimenticate dagli urbanisti del tempo. Sono convinto che i quartieri dormitorio senza centri di aggregazione siano un grosso male per ogni comunità. Come Aristotele diceva, "l'uomo è un animale sociale", non può restare solo, ma ha bisogno di organizzarsi con altri uomini. 
La Piacenza del futuro dovrà quindi recuperare la funzione sociale delle proprie piazze, assegnando ad ognuna una funzione precisa (mercato, eventi pubblici, concerti, aggregazione, riposo). Tutto questo sarà sicuramente un presupposto della rivitalizzazione del centro storico, ma potrà essere fatto anche in periferia: la nuova Porta San Lazzaro è infatti un esempio positivo di connessione tra spazio pubblico e privato. 

mercoledì 18 aprile 2012

Un nuovo sito per il Comune

Idea n. 15. Negli ultimi 20 anni l'informatica ha cambiato il mondo. In particolare sono cambiate le modalità di comunicazione tra le persone. Internet consente oggi di risparmiare tempo e denaro, per qualunque commissione. La Pubblica Amministrazione per risparmiare i soldi dei contribuenti dovrebbe allora stare al passo coi tempi in materia di semplificazione dei servizi ed efficienza. 
Il servizio di certificazione on-line deve essere implementato. Per avere meno burocrazia è infatti necessario potenziarlo al massimo. Ad esempio la nuova Carta d'Identità si potrebbe prenotare da casa. 
In materia credo che al Comune di Piacenza serva una nuova interfaccia informatica, più chiara e più semplice. L'attuale sito è troppo vecchio e caotico, bisognoso di un riordino. Basterebbe indirizzare fin da subito il cittadino verso aree di navigazione ben definite. 

Chi sono


Ho 25 anni. Piacenza è la città dove sono nato e in cui vivo da sempre. Qui sono cresciuto e sono stato educato. Mi sono diplomato nel 2005 al liceo Gioia ottenendo la maturità classica. Nel 2010 mi sono laureato in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi in Diritto Amministrativo. 
Ho avuto due esperienze di studio all’estero, la prima in Spagna con il programma Erasmus, nel 2008, e la seconda negli USA, a San Francisco, la scorsa estate. Oggi mi divido tra la pratica d’avvocato in uno studio legale piacentino e la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Parma.
Due anni fa mi sono iscritto al movimento Futuro e Libertà, convinto del fatto che “indignarsi non basta” e che per cambiare in meglio il proprio Paese sono necessari forti ideali, impegno, costanza e preparazione. Legalità e merito sono le mie stelle polari. 
Mi sono candidato per diventare Consigliere Comunale a Piacenza perché sono stanco e stufo che la mia città viva in una condizione perenne di “bella addormentata”, non sfruttando il proprio immenso patrimonio artistico-culturale e commerciale. Voglio valorizzare la nostra storia, la nostra tecnica, il nostro ingegno. E’ in gioco il nostro tenore di vita. 
Per cancellare dalla bocca della gente la nomea di “Piacenza città morta” ho scelto di impegnarmi con Piacenza Viva per Andrea Paparo Sindaco, l’unica risposta corretta a cambiamento e rinnovamento.

martedì 17 aprile 2012

Bus: pagare tutti, pagare meno

Idea n. 14. Nei giorni scorsi c'è stata una piccola polemica in materia di biglietti autobus. La querelle è iniziata quando Dosi ha affermato che il bus gratuito per gli over 65 è "da mantenere", in quanto "strumento molto gradito" (chiaramente agli anziani). Andrea ha invece criticato tale assunto, proponendo di "rivedere la norma", prevedendo sconti in base al reddito e non all'età del passeggero. Fin qui tutto regolare, se non fosse che sul punto sono intervenuti anche i Giovani Democratici (sostenitori di Dosi), dicendo però sostanzialmente la stessa cosa di Andrea Paparo, ovvero di "guardare il portafogli e non la carta d'identità". 
La mia idea è che si debba pagare tutti, ma pagare meno. Quindi sconti a giovani e anziani solo in base al reddito. Come parametri potrebbero essere utilizzati i medesimi dei ticket sanitari. 

Per agevolare i giovani, il prezzo dell'abbonamento potrebbe misurarsi in base alle fasce di reddito dei ticket sanitari.
Un ultimo appunto: la mia generazione non se la passa proprio bene economicamente. Forse è arrivato il momento di smetterla di pensare che un "anziano" è automaticamente indigente. Anche perchè l'Italia è un paese malato, dove giovani laureati con stipendi da 300 euro al mese sono costretti ad accettare la mancia dei loro nonni. 
Per prendere coscienza della negatività di un siffatto sistema di welfare familiare, il quale mortifica soprattutto il lavoro dei giovani, è utile allora anche dare spazio ad una piccola questione come questa.
Idea suggerita da Andrea Paparo, Giovani Democratici, Piacenza Viva. 

lunedì 16 aprile 2012

Apertura notturna della Biblioteca / Nuove sale studio

Idee nn. 12 e 13. Chi frequenta la Biblioteca Passerini conosce il suo cronico problema di mancanza di postazioni studio, soprattutto durante i periodi degli esami. Oltre infatti agli studenti delle sedi universitarie cittadine (Politecnico e Cattolica), il servizio delle sale lettura è frequentato anche da tutti quegli studenti piacentini - tanti - che, pur iscritti ad università di altre città (Milano, Parma, Pavia, etc.), continuano a risiedere in città.
Per questi motivi sarebbe veramente utile alla popolazione universitaria piacentina la creazione di nuove sale studio, magari utilizzando alcuni edifici a disposizione del Comune oggi inutilizzati o sottoutilizzati. Un esempio potrebbe essere Porta Borghetto: credo che la Cittadella del lavoro proposta da Andrea possa essere il luogo ideale per chi al lavoro si sta preparando con lo studio. 
Per le aperture serali delle sale studio si possono utilizzare studenti/volontari.
Un altro servizio utile per gli studenti piacentini potrebbe ben essere quello dell'apertura notturna della Biblioteca, come richiesto da molti. Sappiamo che esso comporta oggi un costo troppo alto per il Comune, in quanto i soldi per pagare il personale scarseggiano. Questo problema può però aggirarsi aprendo solo alcune sale lettura e affidando gli spazi notturni a volontari, magari studenti essi stessi, in modo da diminuire al minimo i costi.

domenica 15 aprile 2012

Educare alla civiltà

Idea n. 11. Per vivere meglio non serve solamente spendere tanti soldi. A furia di fare promesse, e promettere grandi opere, spesso i candidati si scordano l'elemento fondamentale della convivenza per una comunità, ovvero l'educazione civica.
Il rispetto delle basilari regole di comportamento è essenziale per far crescere una città. Per questo sono convinto che anche il Comune debba impegnarsi nel diffondere l'educazione tra i cittadini. 
Dalla cacca lasciata sul marciapiede, alla raccolta differenziata: per mantenere una città pulita e in ordine c'è bisogno del contributo di tutti. 
Per evitare il diffondersi di condotte criminose, e in particolare tra i giovani del fenomeno delle baby gang, c'è bisogno che le Istituzioni facciano sentire la propria presenza e autorevolezza. Anche e soprattutto nelle scuole. 
Servono allora forti campagne pubblicitarie che diano il buon esempio. Per educare alla civiltà, recuperiamo il format delle pubblicità progresso. Gli spazi e le possibilità al Comune non mancano. Le idee le metteremo noi.

Il mio santino




Stampato su carta riciclata. 


sabato 14 aprile 2012

La coppa di Piacenza

Idea. n. 10. "Voi piacentini siete i capi dei salumi!": quante volte ci siamo sentiti dire queste parole dopo aver portato a cena dalle nostre parti  un amico forestiero? Tante. Eppure, a livello nazionale e internazionale, i nostri prodotti alimentari continuano essere meno conosciuti di quel che si meriterebbero. 
Se siamo i capi, dobbiamo fare in modo che si sappia, dappertutto. Per sfruttare economicamente al meglio il nostro lavoro e le nostre risorse, e per impedire che a qualcuno venga in mente di rubarci le nostre eccellenze. 
Piacenza ha ben tre salumi col marchio d.o.p.: coppa, salame e pancetta. Tuttavia se, ad esempio, chiediamo in giro di dov'è la "coppa", la gente fatica a risponderci. Molto spesso dà risposte sbagliate. 
In generale manca alla nostra città (ma anche alla nostra provincia) un marketing del territorio che sappia valorizzare al meglio i nostri prodotti tipici.

Tutti devono sapere che il panino con la coppa di Piacenza è molto meglio di quello con il prosciutto di Parma. 

Proprio sul nostro salume simbolo, la coppa piacentina, la città dovrebbe allora concentrare i propri sforzi. In tutto il mondo conoscono "il prosciutto di Parma", "la mostarda di Cremona", "lo speck dell'Alto Adige", e così via. 
Noi dobbiamo fare in modo che tutti riconoscano "la coppa di Piacenza". Perchè è nostra. E perchè il panino con la coppa batte tutte le cose di Parma e Cremona messe insieme. 
Idea suggerita da Federico. 

giovedì 12 aprile 2012

Un nuovo InfoGiovani point

Idea n. 09. Per arrivare ai giovani non basta uno sportello del Comune. E' necessario pensare a un luogo loro dedicato interamente, un punto del Comune che offra computer con wi-fi, assistenza informazioni, chiare e ampie bacheche dedicate a offerte di lavoro, concorsi, affitti, lezioni. 
Non solo quindi un punto di contatto del Comune con i giovani, ma anche un punto di raccordo tra i giovani.  

Aiuti alle coppie di fatto

Idea n. 08. Dal punto di vista dei diritti delle coppie di fatto, l'Italia è il paese europeo più indietro: oltre alla Spagna, anche il cattolicissimo Portogallo si è dotato da un paio d'anni di una legislazione sulle unioni di fatto. In Inghilterra e Germania le unioni civili sono invece in vigore già da prima, e leader conservatori come Cameron e Merkel mai si sognerebbero di fare dei passi indietro in questo campo, anzi: la tutela dei diritti delle coppie di fatto è un punto fermo dei programmi dei loro partiti. Allo stesso modo, il mio movimento politico, Futuro e Libertà, ha sostenuto più volte la necessità di procedere anche in Italia ad una legislazione delle unioni civili. 
I matrimoni da noi sono sempre di meno, per tante ragioni, anche perché ai giovani italiani, a causa della crisi e della precarietà, manca la sicurezza economica necessaria per rendersi indipendenti dalle proprie famiglie. Secondo gli ultimi dati Istat, che risalgono però al 2005, nel nostro Paese ci sono almeno 500mila coppie che convivono senza essere sposate, mentre il 12% dei bambini nasce fuori da famiglie matrimoniali. 
Ma a fronte della mancanza di una legislazione statale in materia, cosa può fare un Comune oggi per questi cittadini? Più di quello che si pensa. Importanti comuni d'Italia, tra cui Milano, hanno infatti deliberato aiuti anticrisi anche alle coppie di fatto. Con tali provvedimenti si sono distribuiti contributi a tutte le famiglie in difficoltà, senza distinzioni.
L'idea qui proposta è quindi quella di istituire anche a Piacenza un "Registro delle coppie di fatto". In questo modo chi si presenterà all’Anagrafe (dando prova di costituire una famiglia anagrafica basata su un vincolo affettivo, inteso come reciproca assistenza morale e materiale) e deciderà di iscriversi avrà diritto all'uguaglianza di trattamento con le famiglie tradizionale e ad aiuti per una serie di servizi, dalla casa al welfare, dalla scuola ai trasporti.

martedì 10 aprile 2012

Riduzione dell'orario della Ztl

Idea n. 07.  Lo scorso dicembre ci fu un forte scontro tra i commercianti piacentini e il Sindaco. L'Unione Commercianti chiedeva una riduzione d'orario della Ztl, per agevolare le vendite in centro. Il Sindaco Reggi rispose però per l'ennesima volta negativamente, in difesa della “qualità della vita” del centro storico. Futuro e Libertà si schierò in quell'occasione al fianco delle richieste dei commercianti, per le seguenti ragioni:
Senza ombra di dubbio il nostro bellissimo centro storico deve essere protetto e valorizzato, ma a noi sembra che nessuno abbia chiesto di trasformare il Corso e Via Venti in autostrade.
Le richieste di Confcommercio e Confesercenti sono precise e razionali e mirano ad agevolare il raggiungimento delle zone centrali della città, in modo da favorire traffico e acquisti.
Non è un mistero che il centro di Piacenza oggi sia quasi irraggiungibile per un non residente, protetto da un dedalo di sensi unici a volte incomprensibili e da una Ztl troppo estesa che ricomprende anche molte vie prive di alcuna vocazione commerciale.
In questo periodo di crisi i consumi stanno calando. Occorre quindi aiutare in tutti i modi il commercio. Ridurre di un’ora la Ztl nei sabati pomeriggio ci sembra il minimo. Non capiamo la strenua difesa della linea politica della Giunta Comunale: senza gente i commercianti sono costretti a chiudere.
Il problema è sia dei negozi che dei bar: per esempio il rito dell’aperitivo in centro è ormai quasi sparito. E’ assurdo che la fascia oraria più congeniale agli acquisti per i lavoratori, quella tra le 18.00 e le 20.00, venga nella nostra città penalizzata in questo modo.
Da parte nostra siamo convinti sia che la Ztl debba sempre cessare alle 18.00 invece che alle 19.00, sia che essa debba essere ridotta creando invece una zona di totale pedonalizzazione (Ztp) comprensiva di Piazza Cavalli, tutte le vie a forte carattere commerciale, e tutti i luoghi di maggior interesse artistico culturale.
Siamo infatti convinti che il centro storico debba tornare a essere raggiungibile e godibile da parte di tutti.
Riportato questo importante intervento del mio gruppo politico, oggi mi sento di aggiungere qualcosa in più: per agevolare l'accesso al centro e la sua rivitalizzazione, il venerdì ed il sabato pomeriggio la Ztl dovrebbe cessare alle 17.00. 

Un vero Lungo Po

Idea n. 06. Che a Piacenza passa il maggiore fiume d'Italia, purtroppo ce ne ricordiamo solo in occasione delle sue piene. E' giunta l'ora che la città riscopra il suo fiume e lo valorizzi: Piacenza ed il Po devono diventare un binomio fondamentale, sia dal punto di vista estetico che culturale. 
In particolare Piacenza si merita un vero lungofiume, attraverso il quale riportare la città al Po. Un luogo insieme di passaggio e di aggregazione che sia vissuto ogni giorno dalla cittadinanza attraverso la creazione di aree sportive, di svago, di riposo. Un luogo romantico, dove ritrovi un posto in vetrina uno dei simboli di Piacenza. Un luogo vissuto da giovani, anziani, sportivi, innamorati. 
Il lungo fiume: luogo perfetto per i primi appuntamenti. 
Naturalmente dovranno essere realizzate installazioni con materiali resistenti alle piene del fiume, in modo che l'investimento del Comune sia duraturo. Ma per questo basterà prendere ad esempio le altre città del Po, come Cremona e Torino: le loro esperienze ci insegnano che è possibile avere dei lungofiumi eleganti, vivi e al contempo resistenti alle intemperie, pronti a rinascere passata la tempesta.
Il nuovo lungo Po sarà vissuto dagli anziani non solamente durante le piene. 

lunedì 9 aprile 2012

Moratoria edilizia/Recupero dell'esistente

Idee nn. 04 e 05. In Emilia Romagna, Piacenza si trova in testa per quanto riguarda l'urbanizzazione pro-capite con circa 9 mq/abitante all'anno. Siamo la città più cementificata. 
Anche se la legge regionale n° 20 del 2000 enuncia il principio che il Comune debba "prevedere il consumo di nuovo territorio, solo quando non sussistano alternative" derivanti dalla sostituzione o riorganizzazione degli insediamenti esistenti, purtroppo nella pratica tale principio rimane sempre lettera morta: ogni giorno viene sottratto suolo all'agricoltura da insediamenti ed infrastrutture. 
E' evidente che le politiche urbanistiche cittadine devono essere profondamente riformate. Il suolo è infatti una risorsa non rinnovabile e finita, che stiamo consumando come se fosse illimitata. Lo vediamo tutti i giorni: a Piacenza abbiamo sempre meno prati e campi, ma più capannoni. Che spesso dopo qualche anno dalla loro costruzione rimangono sfitti o non utilizzati. 
Il nuovo Sindaco di Piacenza dovrà respingere le pressioni degli interessi locali, evitando la facile tentazione di ripianare i bilanci svendendo il territorio. 
La crisi economica e la necessità di una riqualificazione energetica degli edifici esistenti, dovranno spingere chi elaborerà le prossime politiche urbanistiche ad individuare strumenti per avviare grandi piani di recupero e ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente
Questo non solo garantirà lavoro al settore edile senza ulteriore consumo di territorio, ma porterà benefici effettivi anche sulla riduzione della CO2. La campagna piacentina merita la nostra salvaguardia, anche per motivi economici: l'eccellenza del nostro settore agroalimentare va conservata e incentivata. 
Per questi motivi nel programma di Piacenza Viva è punto fermo l'istituzione di una moratoria edilizia per i prossimi 5-10 anni con divieto assoluto di costruzione su spazi verdi di qualsiasi natura entro e fuori la città. Dovrà invece essere favorito ed incentivato il recupero e la ristrutturazione di edifici vecchi e fatiscenti sia nel centro che nella periferia della città.

"Là dove c'era l'erba ora c'è un... capannone"

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sabato 7 aprile 2012

La città delle biciclette

Idea n. 03. Chi è stato in Olanda, ha ben presente le piste ciclabili di quel paese. A dire il vero, più che piste ciclabili, sono vere e proprie "autostrade" per biciclette. Nettamente distinte dalle corsie stradali, posseggono due sensi di marcia ben delineati, ed agli incroci con le strade hanno sempre la precedenza. 
Certo, lì la mentalità è differente: la bicicletta è nettamente il primo mezzo di trasporto. L'automobile poi è superata anche dai mezzi pubblici, come autobus e tram. Ne consegue che in città, la cittadinanza e le istituzioni danno molta più importanza alla gestione del traffico su bicicletta, che a quello su automobile. 
Classica pista ciclabile olandese, che collega periferie e centri limitrofi alla città. 
Sono convinto che il modello olandese sia quello da imitare in fatto di piste ciclabile. Il territorio di Piacenza non è infatti così differente da quello di Utrecht o Rotterdam. Il nostro comune è infatti totalmente pianeggiante. Inoltre le distanze tra le periferie e il centro città non sono affatto enormi, e potrebbero essere dimezzate se finalmente ci convincessimo a fare delle vere e proprie piste ciclabili, cosa ben diversa dal pitturare i bordi delle strade facendoli passare per delle piste. La conseguenza a Piacenza è, infatti, che nessuno le rispetta: vedasi gli esempi del Corso Vittorio Emanuele e dello Stradone Farnese, dove, a questo punto, è meglio toglierle e lasciare direttamente gli spazi ai parcheggi delle macchine. 
Classica falsa pista ciclabile piacentina.
Se il Comune vuole veramente puntare sulla bicicletta come mezzo di trasporto (e le ragioni per farlo sono tante e buone: dal caro benzina agli effetti positivi della pedalata sulla salute), deve fare in modo di creare una rete di vere piste che consenta ai cittadini di recarsi sul posto di lavoro almeno nello stesso tempo di quanto gli servirebbe prendendo l'auto. 
Ciò non è utopico, ma ben realizzabile, se i ciclisti dispongono di piste efficienti, con corsie separate dalle auto. Poiché il centro già dispone della ZTL (e quindi il traffico di auto in centro è già fortemente limitato), il Comune dovrà concentrare i propri sforzi per migliorare i collegamenti ciclabili dai quartieri di periferia e dalle frazioni verso il centro storico. 
La città delle biciclette sarà così una realtà anche a Piacenza. 

venerdì 6 aprile 2012

Un brand territoriale per Piacenza

Idea n. 02. Nel mondo globalizzato per essere competitivi non basta avere dei "buoni prodotti". Non bastano le singole straordinarie storie dei nostri imprenditori che da soli sfidano sempre più spesso l'Europa e il mondo intero. Non basta poi avere immensi tesori storico-culturali: bisogna fare in modo di valorizzarli. 
In tempi di crisi economica, nessuna risorsa può essere sprecata. Non sono più infatti questi i tempi degli "uomini soli al comando", ma sono invece i tempi dei "sistemi locali", che si devono fare riconoscibili e appetibili. I singoli possono poco, se non giocano di squadra. Per questi motivi ogni comunità, ogni città ha bisogno di pubblicizzare le proprie eccellenze.
E le eccellenze di Piacenza hanno bisogno di un marchio territoriale che comunichi in tutto il mondo la qualità che la nostra città esprime nei suoi prodotti, dalla meccanica alla gastronomia. 
Accanto al generico "made in Italy" c'è infatti bisogno di in brand del territorio, un marchio di origine protetta collettivo, sul quale l'istituzione del Comune deve svolgere un ruolo decisivo. 
Il brand è infatti la "reputazione economica" di una città e mette in mostra i fattori della qualità della vita della città: dalla cultura al turismo, dai prodotti tipici ai grandi eventi. 
Costituito un brand, è come se attaccato a un prodotto ci fossero tante etichette che tracciano i simboli di Piacenza, dalla meccanica ai salumi d.o.p., dalla logistica al vino, dal Gotico al Teatro Municipale ai tortelli con la coda. 
Il brand territoriale è funzionale alla rappresentazione nazionale e internazionale di un'idea di Piacenza senza confini, di una città che vuole uscire dal suo isolamento e aprirsi al mondo. Sono convinto che la nostra città per rinascere ne abbia molto bisogno. 

giovedì 5 aprile 2012

La Cittadella come la Pilotta

Idea n. 01. Quando passo in piazza Cittadella mi chiedo sempre come sarebbe senza le auto, la stazione dei pullman e in generale tutto il cemento che l'ha condannata per decenni a rimanere un luogo anonimo e triste.
Gli autobus avrebbero dovuto andarsene già anni fa, ma nulla è stato fatto. La stato della piazza è sostanzialmente il medesimo degli anni '80, quando nacqui. E' una situazione che grida vendetta, considerando le potenzialità della piazza come centro aggregativo e commerciale, tanto immense quanto sprecate.
La cornice di Palazzo Farnese sarebbe splendida immersa nel verde. Sogno infatti che la Cittadella diventi finalmente come "la Pilotta" di Parma. Anche lì Piazza della Pace prima dei lavori del 2000 era essenzialmente adibita a parcheggio. Dopo i lavori, però la Pilotta è diventata un vanto della città oltre che uno dei suoi luoghi più frequentati. 
Sono convinto che piazza Cittadella possa diventare anche più bella di Piazza della Pace a Parma. La nostra città ha poco da invidiare in fatto di bellezze artistiche. Il nostro problema è però che non le valorizziamo abbastanza, non traiamo il meglio da esse. E in tempi di crisi economica, ciò non possiamo più permettercelo. 
La mia idea è un parco senza soluzione di continuità, con un percorso pedonale immerso nel verde che dal Daturi passi per il Farnese e arrivi alla Cittadella.
Una piazza più bella è una piazza più frequentata. Tutti trarranno beneficio dalla valorizzazione della Cittadella: gli studenti del polo scolastico del centro storico (Liceo Gioia, Istituto Romagnosi, Scuole materne del Mazzini e scuole medie del Faustini), il mercato rionale, gli altri commercianti, il polo museale di Palazzo Farnese e in generale i piacentini, che si riappropieranno di un luogo storico della città. 

Nell'immagine, la Pilotta di Parma. Le affinità con la Cittadella di Piacenza sono straordinarie: palazzo  farnesiano, piazza già adibita a parcheggio. La nuova Piazza Cittadella dovrà avere prati, alberi, fontane, monumenti. Solo così  potrà riguadagnare completamente il suo inestimabile valore storico-artistico e sociale-commerciale.
N.B. Il parcheggio. E' notizia di pochi giorni fa che il Comune ha confermato l’aggiudicazione dell’appalto per la progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione e la gestione del nuovo parcheggio in piazza Cittadella ad una cordata di cooperative (Coopoerativa Costruzioni di Bologna assieme alla piacentina Edilstrade Bulilding e alla palermitana Final e la mantovana Apcoa). Il parcheggio sorgerà sotto Piazza Cittadella. Sinceramente, mi sembra una pazzia. 
Sotto Piazza Cittadella dorme infatti la Piacenza romana. Una volta effettuato lo scavo e trovati i più svariati reperti (magari intere domus romane), la Sopraintendenza fermerà i lavori per chissà quanto tempo. Così non avremo per anni né il parcheggio, né il parco, né la piazza. E' già successo per lavori minori, anche nella nostra città. Piacenza Viva fa notare che sarebbe stato molto meglio fare il parcheggio sotto il Daturi (cogliendo l'occasione per trasformare definitivamente anche quel parco, una vera incompiuta con la sua pista di atletica da 150 m!), ma l'amministrazione Reggi in tema di appalti ha voluto regalarcene un'altra delle sue. 

30 giorni per 30 idee

Lancio oggi una mia iniziativa personale: 30 giorni per 30 idee. 
Ogni giorno, da qui al 5 maggio (giorno di chiusura della campagna elettorale) proporrò su questo blog un'idea per rendere Piacenza più Viva. 
Il blog, per sua natura, è aperto a suggerimenti, consigli, migliorìe, nuove proposte. 
Siete quindi tutti espressamente invitati a contribuire al progetto e a partecipare con le vostre istanze!


mercoledì 4 aprile 2012

Ai nastri di partenza

Da ieri sera è ufficiale: sono un candidato al Consiglio Comunale di Piacenza! Le firme che abbiamo raccolto nello scorso fine settimana (più di 300!) sono state convalidate. La nostra piccola macchina organizzativa superato la prima prova ottimamente. Ora non ci resta che dedicarci completamente alla campagna elettorale vera e propria. E non è poco.
A queste elezioni Piacenza vede ai nastri di partenza sette candidati sindaco, 14 liste a loro sostegno, oltre 400 aspiranti consiglieri. Per essere alla fine uno dei 32 consiglieri eletti mi serve il vostro aiuto!
Io ci credo. 

lunedì 2 aprile 2012

Sabato sulla Libertà!

Sabato scorso sono finito sulla Libe con un bel primo piano! Venerdì mattina abbiamo infatti presentato con una conferenza stampa la lista civica Piacenza Viva, all'interno della quale mi candido con alcuni compagni di avventura di Fli e con tante altre persone espressione della società civile piacentina. 
Credo che questa lista possa essere definita come la "lista dei piacentini", perché raccoglie gente eterogenea e preparata. Ma soprattutto nuova alla politica. Anche noi "finiani" presenti nella lista siamo infatti tutti alla prima esperienza come candidati per delle elezioni amministrative. 
Ciò è molto importante, perchè dimostra che le istanze di rinnovamento e cambiamento che ci hanno spinto a sposare il progetto di Piacenza Viva sono state completamente rispettate nella costituzione della lista. 
Per questo siamo fieri e orgogliosi della nostra scelta, sempre più convinti che sia stata la migliore. 
 

domenica 1 aprile 2012

Inizia l'avventura

Questo blog racconterà della mia avventura come candidato al Consiglio Comunale di Piacenza, la mia città.
L'obiettivo è riuscire a comunicare a chi mi seguirà le ragioni che mi hanno spinto ad affrontare questa sfida, le idee che ho in serbo per la Piacenza di domani, e i valori che mi porto dietro tutti i giorni.   
Sono fermamente convinto che sia arrivato per la mia generazione il momento di diventare protagonista. A partire dalla storia delle nostre comunità locali. 
Ma ci sarà tempo per gli approfondimenti. Abbiamo più di un mese. In questo agitato periodo vorranno assolvermi i miei 25 e-lettori se li annoierò.