giovedì 12 aprile 2012

Aiuti alle coppie di fatto

Idea n. 08. Dal punto di vista dei diritti delle coppie di fatto, l'Italia è il paese europeo più indietro: oltre alla Spagna, anche il cattolicissimo Portogallo si è dotato da un paio d'anni di una legislazione sulle unioni di fatto. In Inghilterra e Germania le unioni civili sono invece in vigore già da prima, e leader conservatori come Cameron e Merkel mai si sognerebbero di fare dei passi indietro in questo campo, anzi: la tutela dei diritti delle coppie di fatto è un punto fermo dei programmi dei loro partiti. Allo stesso modo, il mio movimento politico, Futuro e Libertà, ha sostenuto più volte la necessità di procedere anche in Italia ad una legislazione delle unioni civili. 
I matrimoni da noi sono sempre di meno, per tante ragioni, anche perché ai giovani italiani, a causa della crisi e della precarietà, manca la sicurezza economica necessaria per rendersi indipendenti dalle proprie famiglie. Secondo gli ultimi dati Istat, che risalgono però al 2005, nel nostro Paese ci sono almeno 500mila coppie che convivono senza essere sposate, mentre il 12% dei bambini nasce fuori da famiglie matrimoniali. 
Ma a fronte della mancanza di una legislazione statale in materia, cosa può fare un Comune oggi per questi cittadini? Più di quello che si pensa. Importanti comuni d'Italia, tra cui Milano, hanno infatti deliberato aiuti anticrisi anche alle coppie di fatto. Con tali provvedimenti si sono distribuiti contributi a tutte le famiglie in difficoltà, senza distinzioni.
L'idea qui proposta è quindi quella di istituire anche a Piacenza un "Registro delle coppie di fatto". In questo modo chi si presenterà all’Anagrafe (dando prova di costituire una famiglia anagrafica basata su un vincolo affettivo, inteso come reciproca assistenza morale e materiale) e deciderà di iscriversi avrà diritto all'uguaglianza di trattamento con le famiglie tradizionale e ad aiuti per una serie di servizi, dalla casa al welfare, dalla scuola ai trasporti.

Nessun commento:

Posta un commento